Il progetto "Incoronate Comiche": intervista a Giuditta Cambieri


Foto tratta da uno spettacolo di Incoronate Comiche concessa dal fotografo Marco Foschi

Il teatro è uno strumento per imparare a conoscere se stessi e, in seguito, il mondo che ci circonda.

Già da tre anni faccio parte della compagnia teatrale Incoronate Comiche, un progetto nato e ideato a Roma nel 2020 da Giuditta Cambieri, regista, attrice, autrice teatrale ed esperta di teatro accessibile ed inclusivo per persone sorde e udenti. Scopriamo insieme di cosa si tratta grazie ad alcune domande poste direttamente a Giuditta.

Giuditta, cos’è per te il Teatro?
Da sempre, per me il teatro è il luogo dove posso scoprire delle verità su di me e sugli altri. Il bisogno di svelarmi e di rivelarmi attraverso la comunicazione è sempre stato fin da piccola una parte di me; infatti, il mio desiderio è sempre stato e rimane tutt’oggi quello di stare sopra, intorno, dietro e dentro il palcoscenico. Da piccola ho iniziato con la danza, poi ho proseguito con il teatro, la radio, il cinema; ho quindi cercato i modi e i mondi dove la comunicazione è un atto creativo.

Come e quando è nato il progetto “Incoronate comiche”?
Incoronate comiche è nato durante il periodo del lockdown 2020. Chiusa in casa, la mia attività lavorativa è stata principalmente quella della scrittura. Scrivendo monologhi comici per le attrici, ho sentito l’esigenza di creare un format di stand up, ossia una forma di spettacolo in cui il comico/a si esibisce davanti ad un pubblico rivolgendosi direttamente a quest’ultimo. Uno spettacolo di sperimentazione rispetto ad una comicità al femminile che superi anche gli stereotipi di genere.

Inoltre, ho pensato di ampliare le possibilità di fruizione dello spettacolo rendendo i monologhi accessibili ad un pubblico di persone udenti e sorde contemporaneamente.


A sinistra Giuditta Cambieri, a destra Carolina Cigliola,
foto concesse dal fotografo Marco Foschi

Cosa ti ha spinta a renderlo accessibile, ma anche inclusivo?
La messa in scena di spettacoli che prevedono l’inclusione delle persone sorde sia tra il pubblico sia in scena è un lavoro che porto avanti da più di 20 anni. Nello specifico, il progetto Incoronate Comiche vede in scena attrici sorde e udenti affiancate da interpreti di lingua dei segni italiana (LIS) e da attrici udenti che conoscono la LIS. Per la realizzazione di tutto questo è servito un lavoro preliminare finalizzato alla preparazione di queste figure in grado di recitare direttamente in LIS riconoscendo i tempi comici e lavorando sulle sfumature interpretative per poterle poi restituire al pubblico sordo. Ne è nata una nuova figura che ho denominata “attrice LIS”.

Quali sono state le difficoltà che hai incontrato, qualora sia capitato?
L’inclusione teatrale, in merito alla sordità, non significa solamente tradurre in LIS un testo, ma significa soprattutto conoscere e tenere presente quella che è la cultura del mondo dei sordi ed elaborare i contenuti rispetto a questo. Parlando di comicità, è importante selezionare concetti, argomenti e ragionamenti che fanno parte della sfera culturale delle persone sorde che sono differenti dalla sfera culturale udente; è fondamentale riuscire a capire queste differenze per portare in scena testi che facciano ridere tutti indistintamente e contemporaneamente. Quest’ultima è la difficoltà maggiore.


A sinistra Giuditta Cambieri, a destra Giuditta Cambieri e Carolina Cigliola,
foto concesse dal fotografo Marco Foschi

Il teatro è espressione, comunicazione. C’è una connessione tra il teatro e la lingua dei segni?
L’attrice in teatro si esprime prima di tutto con il corpo. Per questo motivo ci sono molteplici similitudini tra la LIS e il linguaggio non verbale, come espressioni del viso ed i gesti, che forma la base di partenza dell’atto di recitare. Per esempio, l’insieme di gesti, le direzionalità del segno, i parametri formazionali della lingua etc sono molto vicini alla consapevolezza del corpo che agisce sulla scena. È proprio quest’ultima associata al coordinamento e alla presenza di sé rispetto a ciò che si vuole esprimere, che formano i punti di incontro tra il teatro e la lingua dei segni.

Per questo e per molto altro ancora fare teatro inclusivo per persone sorde o udenti è un’occasione di crescita artistica ed emotiva di sé, sia per gli attori sordi che per quelli udenti.

Articolo a cura di Carolina Cigliola, 
interprete VEASYT italiano-LIS

Guarda la traduzione in lingua dei segni italiana (LIS) del seguente articolo a cura dell'interprete VEASYT Elena Pretato:

Per maggiori informazioni:
Teatro accesibile ed inclusivo
- Pagina Facebook Incoronate Comiche: https://www.facebook.com/profile.php?id=100064029703205

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